Spesso il legame con le cose che abbiamo vissuto in viaggio ci ritorna anche dopo. Molto dopo, ma con la stessa intensità. Questi giorni mi sono accadute varie cose che mi hanno pacificato il cuore.
L'altro giorno stavo tornando a casa, avevo fame, ho visto un kebab e mi sono fermato. Ho preso il mio kebab e quando sono andato alla cassa, mi è venuto spontaneo dire: "Shukran, Massalama" (grazie, arrivederci) - lo faccio sempre quando vedo volti meriodientali. Il cassiere mi ha guardato e ha fatto un largo sorriso e mentre andavo via mi ha risorriso con un : "Massalama!... poi guarda il tipo che faceva i kebab, gli ha detto qualcosa e quello con un sorriso mi ha allungato un falafel.
Ci vuole poco a riempire il cuore di una persona di una grande gioia, spesso basta solo ricordargli la sua lingua, la disponibilità, la volontà di renderlo partecipe di una piccola, piccolissima, condivisione...
Poi l'altro giorno parcheggio a Trastevere, mi viene incontro un ragazzo egiziano, per 'guardarmi' la macchina. Lo saluto in arabo, è stupito, mi chiede da dove vengo, sono di qui, ma conosco qualche parola, è contento, mi chiede altre due cose, sorride. Gli do 1€, non mi interessa di molto, il suo sorriso li valeva. Lui è contento, che la pace sia con te.. e con te sia la pace.
Oggi, sul treno, tornando dalla manifestazione "Io sto con Emergency", un ragazzo sul treno mi chiede preoccupato se ferma ad Ostiense. Lo rassicuro e si siede poco distante. E' turco, di istanbul.
Che lavoro fai?
Un lavoro di merda, pulisco nelle case
Si, un lavoro di merda, dico io - sorride
gli offro un grissino, rifiuta, dice che non mangia molto, beve solo caffè e fuma sigarette, mangia poco.
mi dice: come accettato, la sua mano è sul cuore, si vede che non gli piacciono o che proprio di mangiare, gli viene fastidio.
restiamo in silenzio, dopo un po' mi guarda e mi dice: dammelo un pezzo di grissino, sai, per noi rifiutare... (sottinteso: non si rifiuta, è considerato la peggiore delle scortesie).. si allunga, da un morso al grissino, io mi giro per non metterlo in imbarazzo, lui prende il resto e lo lascia lì.
Quando scende, mi sorride, mi dice buon viaggio e io sfoggio il mio Gulè, Gulè, il saluto di chi rimane. Si gira di scatto, sorride di nuovo, con tutti i denti e con gli occhi e il cuore.
Io proseguo il mio viaggio, in questo giorno misto di orgoglio, tristezza e melanconia.