19.3.10

[Giordania] ritorno alla civiltà (ultima parte)

Tornare alla civiltà ci è costato parecchio.
Perchè alla fine i giorni nel deserto sono stati quanto mai distanti da tutto, in tutti i sensi, perchè la stanchezza è nulla in confronto alla grandissima consapevolezza di aver vissuto una cosa forte, potente, difficilmente ripetibile, ma che alla fine nel viverla ci è sembrata molto naturale.
Di risalire sul cammello, però, non se ne parla, a me Nasser ha dato solo una coperta per cuscino (ad Erika due!!!) e quindi i dolori iniziano a sentirsi, preferiamo così camminare a piedi, al passo con Nasser.
L'ultimo tratto è un po' deludente, forse neanche Nasser se lo aspettava, perchè stanno facendo dei lavori vicino la strada per Aqaba ed è un viavai di camion. In pochi minuti ci siamo ritrovati nel rumore più assordante, amplificato dall'assenza di suoni dei giorni precedenti. Nasser fa il possibile per farci attraversare questa babele di camion, buchi, mucchi di sassi, escavatrici.
Alla fine, quando era ora, ci siamo attrezzati e ci siamo messi a mangiare, ma l'ultima sorpresa era in arrivo.
Per i beduini l'ospitalità (l'ho già detto, ma lo ribadisco) fa parte di un codice antico.
Così, mentre ci apprestiamo a mangiare qualcosina e Nasser fa il suo tea, da un container dall'altra parte spunta un uomo, vestito con abiti civili, molto occidentali, con in mano un piatto. E' un egiziano, anche lui è un beduino e fa parte di una famiglia di beduini, ma adesso è un capocantiere lì tra quelle montagne di sassi. Ci porta parte del suo pranzo. E' un piatto tipico egiziano. Sono felice perchè abbiamo l'occasione, anche se per poco, di condividere con Nasser quest'ultimo pasto e lo facciamo in una maniera più tradizionale sicuramente delle scatolette cui siamo stati costretti gli ultimi giorni.
Cos' finisce la nostra avventura, dopo poco arriva il nostro taxi (non è appropriato entrare in città con il cammello!) che ci porterà alla civiltà, ad un piccolo recidence di fronte alla barriera corallina.
Salutiamo Nasser, abbraccio e ringrazio i cammelli e poi si sale in macchina.