18.6.10

Cuba - prima parte

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Ho sempre sostenuto (e continuo a sostenerlo) che parlare di Cuba fuori da Cuba è veramente difficile.
E' un nervo scoperto, perchè a parlarne male, si finirebbe a fare il gioco dei suoi nemici, di chi punta il dito e aiuta gli amici USA nei loro traffici (che sono 60anni che ancora sono infuriati perchè gli hanno tolto il parco giochi e ora devono andare fino in Messico o in Costa Rica). Parlarne bene invece rischierebbe di sminuirne i grandi problemi e i grandi sacrifici del popolo cubano e esaltare il regime come hanno fatto per anni ottusi ciechi fidelisti.
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Cuba è certamente un posto da visitare, per capirlo, ma come la Jamaica non è tutta reggae, donne e rum, questo discorso non vale neanche per Cuba. O meglio, se volete andare lì per quello, forse lo troverete, in pacchetti per turisti, in alberghi per turisti, in donne pronte per i turisti, in balli per turisti, ... in una specie di circo che è messo sù per chi va a Cuba con questo interesse e lo trova in posti isolati, come Varadero, dove atterri, fai il bagno, vieni molestato da cerca-turisti e poi te ne torni a casa forse per raccontare a qualcuno l'esperienza bellissima che hai vissuto. Ma come per tutti i posti, con queste premesse, meglio restare a casa.
Sussurrando all'orecchio il nome dell'ospite curioso
Ho passato 40 giorni sull'isola, la maggior parte di questi a La Habana, il resto diviso tra Matanzas, Vinales, Santa Clara e Cienfuegos. Sono stato molto fortunato, essendo stato mandato da amici che sull'isola ci hanno speso molto tempo e molte emozioni e qualcuno ci ha costruito la propria vita. Così mi sono ritrovato a fare il postino, per andare in posti che quasi sicuramente non avrei mai cercato, e poi a conoscere persone particolari, la cui sola conoscenza meritava la visita.

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Tutto è iniziato con il Timba, scuola di musica dove ho studiato percussioni afrocubane, da Roberto Evangelisti, che oltre ad essere un grandissimo percussionista e Maestro, ha una cultura del folklore afrocubano praticamente sconfinato, cui devo moltissimo, di questo viaggio. E ai ragazzi del Timba stesso, in testa a tutti Ivana (così chiudo anche un'ipotetica fase di ringraziamenti, che sono sempre doverosi, secondo me). Non sono mai stato un grandissimo allievo e un bravo percussionista, ma la storia culturale di Cuba e della musica cubana, della rumba, mi hanno sempre molto affascinato. Per cui il mio viaggio è iniziato da lì.

(...continua)